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Il tutto ha origine da uno stretto legame affettivo tra nipote e nonno e viceversa. Da un'idea del nonno e da un accidentale evento si sviluppa un miscuglio tra un sogno e un coma, in parallelo con la vita reale. Il vagare nello spazio riserva conoscenze che portano il fanciullo indietro nel tempo, alle origini dell'uomo e ancora di più, tanto che diventa "testimone" della narrazione delle origini della vita. La fantasia e la partecipazione dei personaggi fanno "vivere" la presenza di Dio, con affettuoso e profondo rispetto, citato come il Sor Maestro. Il suo percorso terreno è affidato alla scienza medica, alla chirurgia, agli accertamenti strumentali. Il suo percorso spaziale, insieme ai suoi amici, è affidato all'ignoto. La simpatica compagnia conosce i "sopravvissuti"; esseri viventi straordinari, questi sì "testimoni", o quasi, delle sofferenze del Sor Maestro nello scrivere la storia dell'umanità. La favola si incrocia con la realtà e quest'ultima trae energie dalla stessa, tanto che fu "visto", "il Sor Maestro, anche lui commosso,...".